Rispondere per le rime

Rispondere per le rime. La tenzone con Forese. Un gruppo di sei sonetti nelle Rime costituiscono un esempio di poesia burlesca e oscena: è la Tenzone con Forese Donati, un esempio e una prova della ricerca stilistica che Dante conduce.

Rispondere per le rime. La tenzone con Forese. Analisi del testo di F. Cremascoli.

Datazione e ordine dei sonetti

Forese è co-autore con Dante di questa Tenzone, cioè di  un dialogo in versi tra i due poeti che ci è giunto frammentato in due gruppi di codici, il che è all’origine delle discussioni sulla datazione di questi componimenti e sul loro ordine.

La Tenzone fu certo composta tra il 1283 (anno in cui il padre di Dante morì, perché in questi sonetti è nominata la sua morte) e il 1296 (anno in cui morì Forese). Certamente in un periodo che Dante giudica di rilassatezza morale, poiché nel XXIII canto del Purgatorio  allude a quei sonetti come segno del periodo di traviamento attraversato con l’amico. Anche Beatrice nel Purgatorio rimprovera a Dante il traviamento morale in cui cadde negli anni successivi alla sua morte. Se i due periodi coincidono, la datazione della Tenzone può essere ristrettatra il 1294 e il 1296, cioè  tra la fine della composizione della Vita nova e la morte di Forese. 

Anche sull’ordine dei sonetti si è molto discusso, ma è ormai generalmente accettato l’ordine che compare nell’edizione delle Rime curata da Gianfranco Contini, che accoglie la proposta di uno dei più autorevoli studiosi dell’opera dantesca, Michele Barbi.

Rispondere per le rime.

La tenzone poetica è un “risponder per le rime”, cioè un “botta e risposta” piuttosto impertinente, che non implica necessariamente inimicizia tra i due contendenti. È un semplice divertimento letterario, un esercizio di stile nella poesia burlesca o comico-realistica, provato anche da un’analoga tenzone con un altro poeta toscano Cecco Angiolieri, che però è andata perduta (ci rimane un unico sonetto di Cecco) e dal Fiore

Qui Dante e Forese si comportano con molta libertà: rispetto all’uso di rispondere alla prima provocazione con le stesse rime, i due si limitano a rispettare esclusivamente lo schema delle rime stesse.

I temi della tenzone

Nella prima coppia di testi Dante accusa Forese d’essere un pessimo marito e insieme d’essere povero; Forese risponde accusando Dante di mancanza di rispetto a suo padre.

Nella seconda coppia  Dante di nuovo deride la povertà di Forese, lo accusa d’essere goloso e anche ladro; Forese ritorce l’accusa di povertà su Dante.

Infine nella terza coppia, che è quella che potete leggere qui,  Dante chiama Forese «Bicci»,  il suo soprannome , e lo chiama «novel» per disinguerlo dal nonno, Forese Vinciguerra.  Avanza dubbi sulla legittimità della nascita di Forese (« figliuol di non so cui») e sulla virtù di sua madre, monna Tessa, cui, dice, si astiene dal fare domande.

Lo accusa di essere così goloso, da essere ladro («torre»). Tanto che la gente si guarda da lui, specie se passa di lato vicino alla loro borsa, e dice: “questo sfregiato («la faccia fessa», Forese aveva il viso sfregiato) è un ladro noto («piuvico»)”.

E suo padre la notte giace nel letto triste, perché teme che sia sorpreso a rubare («’mbolare»). Per colpa sua («per lui») insomma, che gli appartiene quanto Cristo a Giuseppe. E questo lo posso dire di Bicci e anche dei suoi fratelli che a causa del loro sangue, trascurano le loro mogli, come Forese, sicché le trattano da cognati e non da mariti.

Dante a Forese

Bicci novel, figliuol di non so cui
(s’i’ non ne domandasse monna Tessa),
giù per la gola tanta roba hai messa
ch’a forza ti convien tòrre l’altrui.

E già la gente si guarda da lui,
chi ha borsa a lato, là dov’e’s’appressa.
dicendo: «Questi c’ha la faccia fessa,
è piuvico ladron negli atti sui».

E tal giace per lui nel letto tristo,
per tema non sia preso a lo ‘mbolare,
che gli appartien quanto Giosepp’a Cristo

Di Bicci e de’ fratei posso contare
che, per lo sangue lor, de malacquisto
sanno a lor donne buon’ cognati stare.

Bicci novel, figliuol di non so cui
Il sonetto di Dante e…

Il video è tratto dalla playlist Lectura Dantis su YouTube.

Visitate la pagina  Lectura Dantis su YouTube , vi troverete la lettura di tredici (per ora) canti del Purgatorioe letture di altri versi dalle altre opere del poeta.

Forese risponde dicendosi invece certo della legittimità di Dante, dato che ha così ben vendicato l'onta subita dal padre, che ha cambiato l’altro ieri un aquilino («aguglion») una moneta non fiorentina di poco valore, detta così per via dell’aquila impressa su una delle facce. Se anche avessi squartato uno dei tuoi avversari, dice Forese a  Dante, non dovevi aver così fretta di far pace. Ma tu sei così ricco, hai così piena la bisaccia («bonetta») che due portatori non basterebbero a reggerla. Bella usanza ci hai insegnato, te lo dico con sincerità! che consideri amico e fratello uno che ti prende a bastonate. Ti direi il nome di quelli che hanno fatto assegnamento sulla tua viltà, ma  ... lasciamo andare.o Prtami dei grani di «panico» (una pianta erbacea) che io vorrei metter fine alla nostra discussione.

Forese a Dante

Ben so che fosti figliuol d’Alaghieri,
ed accorgomen pur a la vendetta
che facesti di lui sì bella e netta
de l’aguglin ched e’ cambiò l’altr’ieri.

Se tagliato n’avessi uno a quertieri,
di pace non dovevi aver tal fretta
ma tu ha’ poi sì piena la bonetta
che non la porterebber duo somieri.

Buon uso ci ha’ recato, ben til dico,
qual ti carica ben di bastone,
colui ha’ per fratello e per amico.

Il nome ti direi de le persone
che v’hanno posto su; ma del panico
mi reca, ch’i’ vo’ metter la ragione.

… e la risposta di Forese

Rispondere per le rime. La tenzone con Forese. Il ritmo di questi sonetti dal tema ingiurioso non è quello “piano” della poesia amorosa. È diversa la struttura sintattica, è diversa la scelta del vocabolario. A voi dimostrare queste affermazioni analizzando il testo dei due sonetti.

Forese è uno degli amici della giovinezza di Dante. Era nato a Firenze intorno alla metà del Duecento e vi morì nel luglio del 1296. Suo fratello era Corso Donati, capo della fazione guelfa dei Neri, sua sorella era Piccarda Donati. Tutti i fratelli Donati sono ricordati da Dante nella Commedia. Forese e Corso nel XXIII e XXIV canto del Purgatorio; Piccarda nel III canto del Paradiso.  Leggete il XXIII canto del Purgatorio e confrontare il carattere di Forese e quello di sua moglie nella Commedia e nella Tenzone.


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