Ricordo di nozze. Terminata la funzione religiosa, che, in virtù del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, è anche cerimonia civile, usava (non so se usa ancora), usava dare agli sposi un libricino che contiene il pensiero della Chiesa sul matrimonio, una sorta di vademecum che ricapitola le norme di comportamento raccomandate. L’estratto che vi propongo viene dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio di Milano, ed è datato al 1953. Lo scopo non è di polemizzare con una mentalità che ha fatto ormai il suo tempo. È invece presa di coscienza che il tema della parità dei coniugi è recentissimo e quindi non è ancora possibile dire che l’idea della sottomissione della donna al marito sia debellata. Il tema richiede ancora attenzione. Leggi di più
RICORDO DI NOZZE
I MUTUI DOVERI
il Marito è, della famiglia, capo. Egli deve saper dirigere, provvedere, difendere, si, ma la sua autorità che è da Dio, non può essere un giogo per nessuno. Perciò senta nella sua Sposa non la schiava né la creatura chiamata a servirlo, ma la vera compagna e integratrice sua. Una famiglia non può esser diretta da uno soltanto dei coniugi. La Moglie deve essere amata e rispettata, capita e sostenuta. Sui figli eserciti l’autorità che nasce dall’amore e dalla coscienza del dovere. L’impegno assunto impone allo Sposo di procurare e alla Moglie e alla famiglia quanto è necessario e conveniente secondo il proprio stato e le sue possibilità. Difesa deve essere la Sposa che il Marito non deve esporre a prove gravi; difesa non esigendo da lei cose che non si concilino con la sua dignità e con la santità dello stato coniugale. La difesa impone pure vigilanza sui figli e su quanti frequentano la casa. S. Paolo paragona lo sposo a Gesù Cristo per invitare gli Sposi cristiani ad essere per le loro Spose quello che Cristo è per la sua Chiesa.
La Sposa cristiana deve essere serenamente e con intelligenza sottomessa al Marito. Veda Ella in questo un lieto e non un pesante dovere. Sia piena la sommissione della volontà, delle opere, di se stessa sul piano di una unione collaboratrice. Non le facili ambizioni del primeggiare, nella Sposa, ma quell’ossequio interiore ed esterno che è dovere sempre, sia in casa e sia fuori di essa. Questo ossequio è, dovunque, rispetto di una gerarchia che è, sì, sulla terra, ma, in terra, non è terrena.
Non solleciti un particolare amore dei figli staccandoli, or più or meno, dal loro gednitore del quale non può intaccare né smiuire l’autorità, mai.
È naturale che la Sposa cerchi di piacere al Marito suo, ma questo non deve avvenire con sacrificio della dignità e della modestia, e neppure per obbedire a capricci ed a mode correnti con detrimento della gestione domestica la quale, invece, vuole e impone e ama la sapienza del risparmio oculato e continuo. Proprietà e conveniente decoro, senza ostentazione alcuna, specialmente quando tanto costa la vita. (…) Ami, ella, operare molto e parlare poco, dovunque vada e sia. Eviterà quel chiacchierare vano e, spesso, dannoso, che può divenire causa triste di discordie penose, di cupi abissi profondi scavati tra famiglia e famiglia. Regina ella sia della sua casa e la renda sempre più accogliente in modo che il marito vi trascorra e viva veramente le ore sue più desiderate e più belle, specialmente la sera e nei giorni di festa quando è divinamente invidiabile sentirsi uniti cuore a cuore nella propria casa.
Se la Sposa novella dovrà convivere con la mamma o le sorelle dello Sposo, abbia quel tatto sapiente e lungimirante che conserva e alimenta la pace, quella remissività silenziosa e quieta che lungi dal togliere ciò che le spetta, glielo accrescerà nel comprensivo amore di tutti.
E sia, Ella, ilare sempre! Una Sposa ilare è fonte di serenità per l’intera famiglia. Dia essa pace, giocondità, conforto. Parli poco e lavori molto; sia prodiga di quella amabile gentilezza che la rende cara a tutti e da tutti ammirata e benedetta. Soprattutto, preghi con la evangelica fede insistente che ottiene dal Signore ogni più necessaria e desiderata grazia : preghi da sola, preghi, la sera raccogliendo la famiglia attorno a sé: il Signore è vicino sempre a chi prega.
Il Marito governi, si, con l’autorità che Dio gli ha dato, ma più ancora con la carità che è dolcezza e pazienza, comprensione e gentilezza, esempio vivo anche ai figli.
A vicenda gli Sposi si devono amore, comprensione, rispetto, compatimento e soccorso.
Alla Moglie il Marito deve fedeltà, protezione, deferenza e ogni più sollecita assistenza.
Al Marito la Moglie deve fedeltà, affetto vero dolcezza paziente e diuturna.
Ricordo di nozze. Schedatura del carattere e dei doveri della sposa e dello sposo. Su due colonne il confronto. È presente nel testo lo sforzo di affermare ad un tempo l’autorità maritale e l suo esprimersi in modo dolce e persuasivo. Individuate e schedate tutti i passi in cui emerge questa doppia affermazione.
Attenzione alla “sposa ilare”: “ilare”! Cioè? che significa, secondo te?, Guarda il significato di questo aggettivo sul dizionario Treccani.
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