Maus, Auschwitz e dopo Auschwitz. Il graphic novel di Art Spiegelman.
L’analisi di questo graphic novel è un contributo originale di ItalianaContemporanea per Camelot per me.
Il figlio di due ebrei polacchi, sopravvissuti alla Shoah ed emigrati a New York, racconta la storia dei suoi genitori, e faticosamente, dolorosamente scopre perché anche la sua vita, iniziata dopo quei fatti terribili e lontano da quei luoghi di morte, è tuttavia una vita segnata dal trauma della Shoah.
L’opera di Art Spiegelman è qualcosa di più di un semplice fumetto: non è letteratura d’intrattenimento, non è divertente passatempo. È invece indagine, inchiesta sulle cause di un tormento penoso che dura nel presente ed è prodotto dal trauma del passato. È infine ricerca di una forma espressiva che permetta di affrontare l’orrore, senza esserne travolti. Dell’orrore bisogna parlare, ma il pericolo è quello o di soccombere o di rimanere sulla superficie e di non capire veramente ciò che è accaduto.
È il rischio delle celebrazioni come questa, il Giorno della Memoria: possono diventare retorica, luogo comune che banalizza l’abisso di volgarità di cui è capace il cuore umano.
Il commento a Maus, Auschwitz e dopo Auschwitz conclude l’analisi del graphic novel che ItalianaContemporanea ha prodotto per DeltaScienceTutoring.com. Ogni puntata esamina differenti tipi di graphic novel: quelli di divulgazione scientifica (Erwyn e la pulce fotonica, Neurocomic), e quello vicino al reportage giornalistico No Sleep Till Shengal. Poi Persepolis e infine Maus, Auschwitz e dopo Auschwitz, cioè il graphic novel che sviluppa un racconto biografico.
L’analisi di questo graphic novel è un contributo originale di ItalianaContemporanea per Camelot per me.