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Il digitale favoloso. Forse v’incuriosisce sapere perché definire “favoloso” il digitale. È quello che scoprirete leggendo.

il digitale favoloso
il digitale favoloso
il digitale favoloso

In questa prima puntata racconterò soprattutto perché introdussi gli strumenti digitali nella mia attività quotidiana di insegnante di italiano, racconterò i primi passi che feci esplorando il mondo digitale, quel che sperimentai e cosa mi pare di aver capito.

Il digitale favoloso si sfoglia in orizzontale, usando le frecce (anche da tastiera) o il gesto swipe su trackpad.

Il digitale favoloso. Videoscrittura, multimedialità, posta elettronica, reti, prima FidoNet, poi il web sono stati gli strumenti digitali che mi hanno consentito di fare della mia aula una bottega di apprendimento, una bottega di educazione delle abilità linguistiche. Una bottega favolosa. 

È una storia che comincia da lontano, a metà degli anni Settanta del secolo scorso e che ho narrato in un eBook, Il mestiere della scuola. Mentre ancora studiavo Università (nei primi anno Settanta), cominciai a lavorare come insegnante supplente di italiano in scuole molto diverse tra loro. Un liceo scientifico privato, diverse scuole medie inferiori, un istituto tecnico commerciale, uno diurno e uno serale, un liceo scientifico e un classico, un istituto magistrale.

Le mie alunne non erano padrone della nostra lingua, ne praticavano un solo registro, orale, informale, e anche un po’ sboccato. Buio completo sui registri scritti. Nessuna consapevolezza dell’esistenza di registri diversi nell’italiano e in qualsiasi altra lingua. E difatti le più andavano male anche in inglese. Ignota qualsiasi letteratura, difficili anche i fumetti, scrivere un evento da evitare.

Chi sono le mie alunne? 🅰️ 

Nel crogiolo dove si fondevano insieme le questioni più diverse, si delineava anche una nuova visione dell’insegnamento di “italiano”. Occorreva abbandonare la via vecchia.

La via vecchia era quella dell’insegnamento di italiano, come insegnamento della letteratura, fondato sul canone, peraltro glorioso, di autori ed opere selezionato in età risorgimentale ed integrato con le rivisitazioni dei successivi settanta, ottant’anni, ma sostanzialmente inalterato pur nella diversità dei paradigmi interpretativi (crociani, marxisti, strutturalisti, psicanalisti…).

Le associazioni professionali 🅰️ 

Tutto quel che si studia in uno specifico ordine e grado di scuola, a tutto ciò che serve nella vita sociale. 

Non solo nuovi contenuti. Cambiai radicalmente il mio modo di stare in classe. La lezione frontale fu ridimensionata in modo fortissimo. In classe si fanno lavorare gli studenti. In classe sono loro a fare la lezione, esponendo la parte di lavoro che è stata loro assegnata.

Lo scopo fu sempre  quello di dare a tutti la possibilità di una vera preparazione di base. L’idea del successo scolastico, l’attenzione a tutti gli alunni è strettamente connessa allo spirito democratico, che costituì l’imprinting del mio essere insegnante.

La lezione come istruzione operativa 🅰️ 

Per educare al meglio le abilità linguistiche di ognuno, l’insegnante di italiano ha necessità di creare le situazioni comunicative più diverse per varietà e difficoltà. Ma come?

il digitale favoloso

Gli strumenti digitali mi offrirono una risposta. Fu grazie a loro che l’aula in cui facevo lezione si trasformò in una bottega, una bottega favolosa, come la bottega del Verrocchio, dove tutti lavorano e imparano, che siano i rarissimi Leonardo o i comunissimi Salaino.

Il primo strumento digitale che usai e feci usare fu il wordprocessor. Il digitale favoloso numero 1! .

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Per imparare a padroneggiare i registri scritti occorre scrivere. Frequentemente. E nelle situazioni più diverse. Se il rapporto degli studenti con la scrittura è lo sporadico compito in classe, nessuno imparerà davvero a scrivere.

Il digitale favoloso. La realtà della scrittura virtuale 🅰️ 

Il secondo strumento digitale che usai e feci usare fu la lavagna luminosa. La Lim non era ancora accessibile, negli anni Ottanta. Però allestii una postazione di lavoro per il docente con un computer una lavagna luminosa e un data-display a cristalli liquidi. 

il digitale favoloso

La lavagna digitale supporta il docente nella lezione, perché può mostrare gli oggetti del suo discorso: una mappa mentale, una cartina geografica, una foto, … Gli strumenti multimediali sono un fattore potente di ricordo, perché tengono l’attenzione, e perché sono una modalità di ascolto consueta.

Sull’uso didattico della lavagna luminosa, il mio digitale favoloso n.2, scrissi un saggio per Laterza con Mara Gualdoni. S’intitolava La Lavagna elettronica. Guida all’insegnamento multimediale.

il digitale favoloso

Ma il word processor e il far lezione con una lavagna digitale non bastavano. Gli alunni hanno bisogno di occasioni reali in cui è la situazione stessa a chiedere certe prestazioni, in cui è naturale scrivere una recensione, è naturale leggere un avviso, è naturale ascoltare un discorso con attenzione, prendendo appunti, e così via. E allora? Allora furono sempre le nuove tecnologie, il digitale favoloso, a venirmi in aiuto! 

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La sorte aveva in serbo per me una sorpresa. Incontrai sulla mia strada Marco Carrubba, “sysop” cioè “admin” (misterioso e affascinante questo mondo nuovo con il suo lessico nuovo!) di un nodo FidoNet, Genesis BBS. era un  Bullettin Board System (BBS), nodo 2:331/327 della rete FidoNet. 
Ecco qui il biglietto da visita che Marco creò per me.

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🅰️ 

Genesis BBS mi fece entrare nel mondo FidoNet della posta elettronica che cominciai a frequentare assiduamente per il mio piacere personale.

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Condivisi presto il piacere con i miei studenti. Lo stile dell’approccio a questo nuovo software era “amici di penna”. Ma si può fare di più.

Sull’esperienza che vivemmo, scrissi un articolo per CHIP, pubblicato nel n.11 del dicembre 1994. A Scuola con internet era il titolo. 

Il digitale favoloso.
Lavorare in rete 🅰️ 

Della grammatica restò l’articolo che scrissi, e l’indice e poco altro, ma l’intera vicenda ci dimostrò cosa avremmo potuto fare in futuro con strumenti migliori.