La percezione pubblica della scienza

Lectio magistralis del prof. Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, pronunciato a Roma il 22 novembre 2021 per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza. Una parte della lectio è stata pubblicata il 23 novembre su La Stampa. Su ItalianaContemporanea questo testo è rubricato nella pagina “La scienza (e nemici sui).

«La scienza ha anche delle conseguenze pratiche, ma non è questo il motivo per cui la facciamo», diceva Richard Feynman, uno dei più grandi fisici del secolo scorso e forse il più simpatico.

Questa frase, insieme con l’imperativo dantesco. «Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza» riflette molto bene le passioni soggettive degli scienziati. La scienza è un enorme puzzle e ogni pezzo che viene messo nel posto giusto apre la possibilità di collocarne altri. In questo gigantesco mosaico, ogni scienziato aggiunge delle piccole tessere, con la consapevolezza di aver dato il suo contributo, e che, quando il suo nome sarà dimenticato, coloro che verranno dopo si arrampicheranno anche sulle sue spalle per vedere più lontano.

Possiamo fare una vivida metafora dell’impresa scientifica. Alcuni naviganti sbarcano di notte in un’isola sconosciuta e accendono un fuoco sulla spiaggia; incominciano a vedere cosa li circonda. Più legna mettono sul fuoco, più diventa grande la zonaben visibile; ma al di là di questa  rimane sempre una regione misteriosa che viene appena percepita nel buio quasi completo, rotto dalla fioca luce del fuoco lontano, e che diventa sempre più grande all’aumentare del falò. Più esploriamo l’universo, più scopriamo nuove regioni da esplorare, ogni scoperta ci permette di formulare tantissime nuove domande che precedentemente non eravamo assolutamente in grado di formulare.Leggi di più

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